A blog from World War 2 | Un Blog dalla Seconda Guerra Mondiale

March 26, 1944

While we are sleeping, the landlady comes to wake us up: there is an air raid warning. I go to the usual shelter because it’s safe, Mattiussi doesn’t want to go outside in the cold so he goes to the guesthouse basement. There’s 25 centimeters of snow outside and it’s still coming down. After 30 minutes, the siren stops, they bombed elsewhere.

30 marzo 1944

Un’altro allarme, sempre quando si sta dormendo, ma questa volta neanche sono venuti a Monaco.

Oggi sabato santo 8 aprile 1944

Io, Agostino, e Ciccillo siamo andati a Baierbrunn ad una quindicina di kilometri da Monaco dove sono molti altri Casalesi. Antonio Aurilio, i fratelli Cerbarano, Alfredo Lepore, Taffuri Felice e altri ancora, ci hanno accolto con molto piacere, la notte l’abbiamo passato in detta località insieme ai Casalesi.

9 aprile 1944

Pasqua! Natale è passato e anche Pasqua è venuta, e sono sempre lontano e privo di notizie della mia cara famiglia! E quando finirà?? Stamattina siamo andati tutti a messa a mezzogiorno e abbiamo mangiato tutti insieme a Baierbrunn in un albergo. Il pranzo è speciale; due/tre patate spaccate e una zuppa buona soltanto per fare il pediluvio. Questo è il pranzo quotidiano in Germania. Nel pomeriggio c’è un po’ di sole, andiamo a piedi noi tre con Antonio Aurilio e Pasquale Migliozzi ad un paesello chiamato Grünwald poco lontano dove sono altri Casalesi e Sandonatesi. Troviamo Verrengia Achille e Minchella Domenico, ci salutiamo e poi andiamo alla stazione a prendere il treno. Abbiamo il biglietto di andata e ritorno che ci hanno rilasciato ieri a Monaco. Alla stazione mentre stiamo per prendere il treno ci ferma la polizia, ritira i biglietti e ci dice che non possiamo salire sul treno <oggi sono proibiti i treni per gli stranieri> ci dice. Con noi c’è sempre Antonio e Pasquale Migliozzi, domandiamo e così ci indicano una località a circa un kilometro dalla stazione dove c’è un tram che parte per Monaco, e così con la santa pazienza perché è Pasqua ce ne andiamo a Monaco. Il lunedì si va sempre al solito lavoro io e Ciccillo lavoriamo allo stesso banco, Agostino è ad un’altra squadra.
La sera sono sempre in compagnia di Mattiussi, si mangia sempre allo stesso posto, siamo due buoni amici. Si mangia patate il giorno e kartoffel la sera e neanche sbucciate bene pero la zuppa non manca mai, è una buona zuppa, i nostri maiali non la berrebbero di certo.

La notte del 24 aprile 1944

Suonano le sirene, mi alzo svelto e chiamo Mattiussi che anche lui si sta vestendo, gli domando se viene al Bunker mi risponde che lui preferisce andare sotto il palazzo, allora mi infilo il cappotto e scappo fuori, entro nel ricovero, è già pieno. Appena nel ricovero mi accorgo che ho dimenticato il portafoglio nell’altra giacca, faccio per uscire ma già c’è un fuoco che è una bellezza e non posso. Mentre sto nel ricovero gente di ogni età entra con materassi e altri indumenti che hanno potuto salvare dal fuoco, li buttano nel ricovero e scappa di nuovo fuori a prendere altra roba dalle loro case in fiamme. Esco anch’io, corro a casa per vedere di poter salvare almeno il portafoglio con soldi e documenti, ma purtroppo la casa è diventata una braciere di fuoco, se era di paglia sarebbe durata di più, a bada torno al ricovero che è lontano circa 200 metri, e in questo percorso, dalla casa al ricovero brucia tutto a destra e sinistra cadono pezzi di legno in fiamme, colonne fabbricate e travi di ferro si staccano dai palazzi e cadono sulla strada, devo correre e stare bene attento per non capitarci sotto. Entrato un’altra volta nel ricovero penso a Mattiussi- chissà forse sarà ferito sotto la casa. Ad un mese e mezzo di distanza dal furto nell’hotel, adesso mi ero comprato di nuovo tutto il necessario, ma si bruciò tutto. Il resto della notte sto nel ricovero. Non ho dove andare, senza un soldo, senza documenti, senza indumenti, solo quello che porto addosso! Non avendo una valigia non ho potuto portarmi la roba nel ricovero altrimenti l’avrei salvata, ma quando c’è la vita! Fatto giorno esco fuori, nel ricovero ci sono sempre molte persone, tutte quelle che hanno perduta la casa, sta là con qualche poca di roba salvata dalle fiamme. Nell’uscire fuori vedo Mattiussi con le sue valigie, ha salvato tutto lui, mi dice che nella mia stanza non ha potuto entrare perché era tutta in fiamme, mi dice che la pensione è stata colpita con una grossa bomba incendiaria e spezzoni e dopo 10 minuti è diventata un vulcano, mi racconta che si sono salvata la vita per puro miracolo dal ricovero dove erano loro non hanno potuto più uscire mi dice, da tutte le uscite era fuoco, così con i picconi hanno rotto in un altro ricovero, e così si sono salvati. Verso le 8:00 esco per andare alla fabbrica. Per tutto Monaco non c’è un tram, per mezzo kilometro c’è solo fuoco, fumo, e rottami che cadono da tutte le parti. Non posso più andare avanti, il vento mi acceca, da ogni parti si vedono pompieri intenti a spegnere fuoco, è un finimondo completo. Torno indietro al ricovero, e là posso respirare un po’. A mezzogiorno esco, il fumo e fuoco c’è sempre, ma il vento è cessato, a stento riesco ad arrivare alla fabbrica, ma anche questa è completamente rasa al suolo. I Casalesi non sono venuti a Monaco, non ci sono treni né tram. Ritorno al ricovero, non so dove andare, senza soldi, senza documenti, senza casa! Decido di andare a Fasanerie Nord. Mi metto a camminare a piedi, sono le 2:00, dopo 3 ore sono a detta località. Appena mi vedono tutti gli amici mi assaliscono di domande, in poche parole gli racconto l’accaduto e gli dico che ho bisogno di riposo. Mi hanno detto che loro hanno visto benissimo l’incendio di Monaco, hanno detto che davanti alla loro baracca ci si vedeva come se fosse stato giorno. Dopo tre giorni i treni funzionano, e così tutti vanno a lavorare per lo sgombero delle macerie della fabbrica. Io giro, insieme a Mattiussi per gli uffici per farmi i documenti da sinistrato. Andiamo dalla padrona di casa che si è trasferita momentaneamente poco lontano, e ci facciamo fare la prima dichiarazione di sinistrati.

27 aprile 1944

Questa notte abbiamo dormito nel ricovero, ma senza una coperta, a dormire sulle panche ci fa molto freddo. Il giorno giriamo per trovare una stanza, ma niente, sono rimasti 100,000 persone senza tetto. Li hanno acconciati bene.

30 aprile 1944

Nel Bunker ci fa molto freddo, abbiamo pensato di andare a dormire sotto il ricovero della nostra casa. Pian piano scendiamo nel ricovero, e ci facciamo luce con le candele che ci ha date la nostra padrona di casa. Nel ricovero ci sono letti di legno e una balla di paglia, ci fa molto caldo, sciogliamo la balla di paglia e ci facciamo un magnifico letto, stiamo appena prendendo un pacifico sonno quando vediamo cadere fuoco da sopra. Sono cinque giorni e brucia ancora, non ci resta di meglio di andarcene al ricovero di cemento.

2 maggio 1944

Non potendo trovare una stanza siamo andati, cioè abbiamo trovato un posto dove ci sono uomini di ogni nazione, una specie di asilo, però non come quello dove stavo prima, in quest’asilo ci sono anche due italiani, uno di Carinola e uno di Afragola, un certo Castaldi Andrea. In detto asilo ci sono le monache che gestiscono, non si sta come privati, non abbiamo più le nostre tessere, fanno loro da mangiare, ma non si sta tanto male, ai campi si sta peggio. Desideriamo di restare qua. Dopo che ho fatto tutti i documenti sono andato di nuovo, sgomberiamo i rottami, nessuna macchina è rimasta sana, tutte bruciate, hanno fatto proprio centro e quante altre fabbrica hanno subito la stessa sorte.

15 maggio 1944

Ho avuto i buoni per:
Una giacca e pantaloni, una camicia, una mutande, calzetti, due fazzoletti, e un paio di scarpe, questo è tutto.

18 maggio 1944

Oggi insieme alla signora Schumann, è tornata da Konstanz, andiamo a comprare detta roba. Per sua conoscenza che ha a Monaco, riesco ad avere un bel vestito, anche il resto non è male, però sempre per conoscenza di questa molto gentile signora. Dopo comprato tutto andiamo a casa sua e là aspettiamo il marito che è venuto poco dopo, anche lui è rimasto molto contento degli acquisti. Mattiussi, quello di Trieste, che fu sinistrato insieme a me sta vedendo di ottenere una licenza dicendo che ha perduto tutto e deve andare a casa a prendere della biancheria necessaria. Gira in molti uffici di Monaco con addosso una tuta da lavoro, dicendo che ha solo quella. Lui si arrangia a parlare il tedesco, sono quasi 5 anni che sta in Germania.


This work is licensed under Creative Commons BY-NC-ND
Powered by WordPress