A blog from World War 2 | Un Blog dalla Seconda Guerra Mondiale

6 marzo 1944

Stamattina sono andato a lavorare, ho finito il riposo, mi sento bene. Questa sera abbiamo mangiato insieme io, Mattiussi, e il Corso. Verso le 10:00 andiamo a letto, Mattiussi abita ad una pensione vicino all’hotel Kreuzstrasse 34- ed io e il francese ce ne andiamo nella mia stanza.

7 marzo 1944

Vado a lavorare lui resta a dormire, ritorno la sera ed è sempre lo stesso, mangiamo la sera e poi si va al letto.

8 marzo 1944

Stasera tornato da lavorare, il francese non è in albergo. Mangio in compagnia di Mattiussi, poi lui se ne va a dormire ed io mi vado a sedere un po’ con i Schumann, parliamo qualche mezz’ora e poi me ne vado a coricare, loro si coricano troppo tardi, hanno paura degli allarmi che in questo mese stanno venendo spesso, e vengono sempre dopo delle 11 di sera. Entrato nella mia stanza apro l’armadio e mi accorgo che mi manca della roba. Guardo vicino allo specchio e non c’è più la sua fotografia, scendo dal portinaio gli faccio capire l’accaduto, ho imparato qualche parola, ma non mi comprende, lui stesso chiama i signori Schumann e gli spiego il fatto, allora subito vedono l’indirizzo che lui ha dato in portineria. La signora mi fa accompagnare dal marito ad un hotel dove lui ha scritto che lavora e abita. Sono le 10:30, il direttore dell’hotel mi fa vedere tutto il suo personale, non c’è, ha dato in portineria tutto falso. Il signor Schumann mi scrive un elenco di quello che mi ha rubato per darlo alla portiera. Mi ha rubato:Una camicia nuova, un paio di scarpini gialli nuovi senza mai camminarci una volta, una maglia, un rasoio con pennello e sapone, una tessera intera di un mese di sigarette (84). La signora Schumann ha messo tutto l’hotel sottosopra ma nessuna traccia. Chiedo alla Signora Fiorentina la fotografia del mascalzone per consegnarla alla polizia ma mi risponde che a lei gli dette impressione di non essere un galantuomo, il Corso, e l’ha bruciata. Dico alla portinaia di denunciare il furto alla polizia, mi risponde che devo andare io alla polizia. Io non posso andarci perché il padrone dove io lavoro non mi dà il permesso, e così mi decido di andare alla Casa del Fascio.

13 marzo 1944

Stanotte mentre stavo dormendo viene la portinaia ad avvertire che c’è il pre-allarme, sono le 21:50, a mezzanotte precisa suona l’allarme, andiamo al ricovero che è a 600 metri lontano dall’hotel, fuori c’è neve. All’1:00 è finito l’allarme, torniamo a casa.

18 marzo 1944

Oggi, sabato, è vigilia di S. Giuseppe. Abbiamo staccato di lavorare come il solito a mezzogiorno, io, Agostino, e Ciccillo compriamo della carne con le nostre marche risparmiate, dopo comprato la carne andiamo a mangiare all’hotel dove dormo io. Mentre stiamo mangiando suona l’allarme, paghiamo in fretta e scappiamo al solito bunker che è molto forte. Mentre stiamo dentro detto ricovero Ciccillo dice: Basta che questa carne che abbiamo comprata non resta sepolta a Monaco. Hanno molta paura perché loro non sono abituati a questi attacchi aerei perche abitano a 12 kilometri da Monaco, ma io l’incoraggio facendogli capire che il ricovero dove siamo è molto forte. Incomincia il fuoco dopo 10 minuti che siamo dentro. Sentiamo una forte scossa d’aria, la gente dà un grido che ci fa rabbrividire. Dopo qualche ora l’allarme è finito usciamo fuori una grossa bomba è caduta proprio sotto il muro del ricovero dove noi eravamo ma il ricovero non lo ha neanche lesionato, invece altre case intorno a una decina di metri dal ricovero le ha fracassate tutte. Anche questa volta il buon Dio ci ha salvati. Giriamo un po’ per la città ma ci ritiriamo subito perché sono macerie da tutte le strade anche la macelleria dove abbiamo comprato la carne è stata rasa al suolo e tutta la carne è sotterrata. Ci salutiamo e restiamo d’accordo per il giorno dopo di cucinare maccheroni e carne a Fasanerie Nord, io vado alla Casa del Fascio per l’affare del furto. Racconto il fatto ad un impiegato di detta casa un certo Porri marito della Signora Porri che viene a visitarmi due volte all’ospedale. Mi dice di aspettare il signor Donato Ruggero, capo del fascio, per fare subito la denuncia. Viene detto signore e gli racconto il fatto. Mi dice- sei scritto al partito? Io gli rispondo: ma qui non c’entra il partito, sono un’italiano. Qua è solo per i fascisti dice lui. Allora me ne vado e non ci andrò più, e così ho pensato di farla finita, ho perduta la roba e non ci voglio perdere anche il tempo.

19 marzo 1944

San Giuseppe. Vado a Fasanerie Nord giusto come siamo rimasti d’accordo ieri, Agostino sta già cucinando la carne, arrivo io e seguito la cucina. Mentre sto cucinando i maccheroni vediamo entrare anche Massimo Desantis ci salutiamo e lo invitiamo a restare a pranzo con noi, così il giorno di San Giuseppe abbiamo avuto il piacere di mangiarci carne e maccheroni noi quattro Casalesi insieme.

21 marzo 1944

Si va a lavorare come tutti i lunedì; come sono brutti i lunedì in Germania! E quando vuol finire? Ho scritto a mio fratello a Terni, ai cugini a Roma, a mio cognato a Pianosa, pregandoli a tutti di far giungere in qualche modo mie notizie a mia moglie.

23 marzo 1944

La sera mangiamo sempre allo stesso posto io e Mattiussi di Trieste, gli domando se la pensione dove dorme lui c’è una stanza libera perché all’hotel pago molto-16,40 la settimana solo per dormire.

24 marzo 1944

Mattiussi ha parlato con l’affittacamere e la stanza c’è.

25 marzo 1944

Ho licenziato la stanza all’hotel e sono passato alla pensione in Kreustrasse 34/1 dove sta Mattiussi, ho pattuito per 36 marchi al mese. Siamo vicini di stanza, la mattina chi prima si sveglia chiama.


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