A blog from World War 2 | Un Blog dalla Seconda Guerra Mondiale

20 maggio 1944

Questa sera tornando dal lavoro trovo Mattiussi con la licenza per andare in’Italia. Vorrei pure io, ma come?? Lo accompagno alla stazione, gli do una lettera che se per caso lui potrebbe spedire a mia moglie, la spedirà, ci salutiamo, lui parte a mezzanotte.

25 maggio 1944

Piove sempre, fa freddo, e pensare che alle nostre parti ci fa un caldo che si va quasi nudi, e qui invece sempre col cappotto. La sera me ne vado spesso dai coniugi Schumann, sono persone molto colte e molto gentili, e mi fa tanto piacere trascorre qualche ora insieme a loro, ed anche loro hanno piacere della mia compagnia.

9 giugno 1944

Come sempre si lavora alla stessa fabbrica però non più alle macerie, l’hanno rimessa a posto e si lavoro come prima, però oggi mentre stiamo intenti a lavorare sentiamo le solite sirene, andiamo al ricovero che se ci cade un semplice spezzone sfonda tutto. Sono le 10:00. Incominciano a sparare, si sentono bombe cadere a poca distanza, si sente il rombo dei motori degli apparecchi, la contraerea, è un fuoco d’inferno. Siamo rannicchiati come cenci a raccomandarci a Dio che ci faccia salvi per farci ritornare alle nostre famiglie. Dopo circa un’ora e mezzo è finita, siamo salvi anche questa volta.

12 giugno 1944

Un grande bombardamento pure a Monaco, ma anche questa volta le bombe sono cadute lontano da noi.

13 giugno 1944

A mezzogiorno un’altro bombardamento a Monaco.
A mezzanotte un’altro bombardamento, le bombe sono cadute ad ogni direzione su Monaco, molte fabbriche colpite, tram non funzionano, stazioni ferroviarie colpite, ma per grazia di Dio dove stiamo noi niente. Siamo alla metà di giugno, piove sempre, il sole costa a caro prezzo.

30 giugno 1944

Ancora piove, di sole ne vediamo appena un po’ qualche giorno, oggi ha fatto anche freddo, tuttora si porta il cappotto, cose incredibili, che clima!

11 luglio 1944

Mentre stiamo a lavorare sentiamo le sirene, andiamo sempre sotto il ricovero in fabbrica, non si può uscire fuori, non possiamo andare in un rifugio, così dobbiamo pregare Iddio che salvi la sua fabbrica per essere salvi noi.

12 luglio 1944

Verso mezzogiorno, mi sono trovato a circa 10 kilometri da Monaco a lavorare con il camion. Squillano le sirene, siamo io e l’autista. Siamo in aperto campagna, non c’è un buco. Dove fuggire? Ci mettiamo dietro al camion. Dopo circa un quarto d’ora incominciano a sparare due contraeree che erano circa 500 metri da noi, un aeroporto neanche a 100 metri, arrivano gli apparecchi, incomincia un uragano di fuoco! Noi siamo a pancia a terra, i proiettili ci fischiano sul capo, schegge che ci cadono vicino, è una paura terribile, dico francamente che dei bombardamenti questa volta ho avuto veramente paura. Finalmente dopo qualche ora e mezzo è cessato il fuoco. Saliamo sul camion, ma non abbiamo fatto neanche 50 metri che ricominciano di nuovo le batterie e di nuovo rombano i motori degli apparecchi e via peggio di come prima. Io ho preso un po’ di coraggio, mi giro a faccia all’aria e vedo gli apparecchi a stormi, sono nuovissimi, il sole li fa bruciare, si abbassano, sembra che vogliono colpire noi, ma poi si allontanano, hanno ben altri obiettivi quelli! E così dopo circa un’altra ora e mezza è finita. Saliamo sul camion e via di corsa verso Monaco. Man mano che ci avviciniamo alla città, si vede fuoco da ogni parte. Corriamo a casa dell’autista, ci vuole molto tempo, già molte strade sono sbarrate dalla polizia, le case sono crollate a migliaia, incendi dappertutto, arriviamo a casa dell’autista ed è intatta. Torniamo in fabbrica e non c’è più nessuno. Hanno colpito la centrale elettrica e le macchine non funzionano e il direttore li ha mandati tutti a casa.

13 luglio 1944

Alle 9:15 un altro allarme, dopo 10 minuti che siamo nel ricovero incominciano a buttare bombe e sentiamo a poca distanza da noi hanno buttato a terra una grande fabbrica ed un deposito di combustibili è stato tutto incendiato, sono stati due ore consecutive sempre a sparare, alle 11:30 è finito ma si può dire che anche Monaco è finita. Non ci sono né treni, né tram, né acqua, né luce, tutte le strade sono rotte, non si vede altro che macerie, ma per grazia di Dio anche questa volta siamo tra i vivi!

14 luglio 1944

Stiamo lavorando siamo pochi uomini, solo quelli che dormiamo a Monaco. Quelli di Fasanerie Nord non possono venire perché non ci sono mezzi di trasporto. Viene uno di Minturno con qualche mezzo di fortuna e ci dice che Fasanerie Nord è stata distrutta, le baracche sono andate tutte per aria, miracolosamente è rimasta all’impiedi solo quella degli italiani, ma però è tutta scassata.


This work is licensed under Creative Commons BY-NC-ND
Powered by WordPress