Oggi ho da poco mangiato e sto dormendo a letto a casa sopra il letto quando mi sento chiamare; mi sveglio e vedo il mio capo fabbrica accompagnato dal suo impiegato, un’uomo, quest’ultimo, degno di lui, vigliacco e disgraziato come lui. Mi chiama e mi dice: Domani devi venire a lavorare, io gli ho risposto che sono riconosciuto dal medico che non mi sento bene, mi viene risposto che se non vado a lavorare mi fa prendere dalla polizia. È arrivata l’ora che devo scappare, non andrò a lavorare assolutamente, sono troppo stufo di questi comandi così secchi. Giuro a me stesso che devo scappare assolutamente per non crepare dalla rabbia. Ho fregato il dottore; strofinando il termometro, facendo segnare la febbre a 38 gradi, mi sono fatti 13 giorni di riposo ma ora che non c’è più da fare, perché quel disgraziato di capo fabbrica ha detto che devo andare a lavoro, o malato o sano, allora non c’è altra via di scampo… Scapperò!
Prendo il tram e vado ad avvertire i paesani che lavorano alla stessa fabbrica, li incito a scappare con me, ma tutti hanno paura. Temono la polizia e mi consigliano di non scappare perche è molto pericoloso, ma ormai sono deciso, la mia moglie, i miei figli mi chiamano. Devo andare, devo fuggire anche a rischio di essere fucilato.
Permalink | Commenti disabilitati su 13 aprile 1945
Mi sono alzato ed invece di andare a lavorare come voleva il disgraziato del mio capo, mi sono messo in giro per la città. Già ho tutto pronto per partire, ho preparato un po’ di pane, qualche poca di vecchia biancheria che ho. Mentre sto camminando vicino alla piccola stazione di Ost Bahnhoff, m’incontro con 6 italiani, gli domando da dove vengono, mi dicono che da Berlino, chi da Stoccarda, e chi da altre città che stanno per essere occupate o sono già occupate. Gli domando a che ore parte il treno per Innsbruck, mi viene risposto alle 5:00.
Sono quasi le 3:00, vado subito a casa, prendo la valigia e vado subito alla stazione e senza fare neanche il biglietto mi metto sul treno. Prima di partire per la stazione ho fatto un’ultimo invito ai miei compagni se vogliano scappare, ma nessuno. Mi consigliano ancora di rimanere a Monaco. Allora disfaccio il letto ed avverto che nessuno parlasse. Questo diario l’ho raccomandato a Ciccillo D’Angelo di portarmelo lui se mi capitassero con questo sarebbe finita per sempre. Alle 5:00 è partito il treno. Man mano si allontana il treno dalla città, il cuore mio si fa piccolo, non so io stesso se ho fatto bene o male, ma ormai ho fatto il grande passo e ho buona speranza che tutto andrà bene. Verso 1:00 di notte, sono arrivato a Innsbruck, là in una casa mezza distrutta abbiamo atteso che si è fatto giorno.
Permalink | Commenti disabilitati su 14 aprile 1945
Stamattina siamo andati alla Delegazione italo-tedesca per vedere cosa ci dicono. Siamo in 5, uomini che veniamo chi da una parte, e chi dall’altra della Germania. Arrivati alla delegazione, con grande sorpresa ci sono più di 300 uomini. Vista tale moltitudine di uomini penso subito che l’imbroglio mi sarà molto facile. Incominciamo a domandare a tutti questi italiani da dove vengono e vedo che sono tutti regolarmente rimpatriati con fogli di via e con i rispettivi nulla osta delle ditte, ma in mezzo a questa moltitudine ce n’è pure qualcuno nelle mie condizioni, cioè lo “scappato”. Ad un tratto ci mettono inquadrati e circa una quarta parte di noi ci portano all’altra stazione di Innsbruck. Ci accompagna un tedesco e gli domando dove ci portano e lui mi dice che dobbiamo andare a lavorare a 40 kilometri di Innsbruck sotto una galleria sicuri dai bombardamenti, ma a me non piace lavorare per i tedeschi e quindi scappo.
Permalink | Commenti disabilitati su 15 aprile 1945
Stamattina mi sono presentato alla stazione dove c’erano moltissimi italiani da rimpatriare e mi sono messo in mezzo a loro ed il primo treno che è arrivato siamo saliti. Finalmente sono arrivato al Brennero. Sento per la prima volta, dopo 20 mesi parlare gente italiana. Consegnati i marchi 320 in tutto, mi chiedono i documenti e da dove vengo, la mia risposta è precisa senza esitazione. Vengo da Vienna e non da Monaco dove effettivamente sono scappato. Vienna era stata già occupata fin dai primi di Aprile e quindi non potevano controllare, il mio nome lo detti falso, in modo che il mio capo fabbrica anche telefonando al Brennero non avrebbe potuto rintracciarmi. Appena finito l’interrogatorio uscii e cercai il treno pronto per Bolzano, e chi voleva mangiare c’era anche la minestra pronta. Io lasciai il mangiare ed andai subito a prendere il treno e così la sera stessa arrivai a Bolzano. Là in una casa di ristoro per i rimpatriati dalla Germania che i buoni connazionali di detta città avevano appositamente allestita, trovai Tommasino Nicoletta, figlio di Antonella Rua e dopo aver mangiato e dormito insieme a detto ritrovo, partiamo insieme con un camion tedesco alla volta di Trento, dove giungeremmo la sera. Il giorno dopo un proprietario di un camion venne di spontanea volontà a prenderci col suo mezzo e ci portò a Bassano del Grappa dove ci fecero festose accoglienze anche a Trento furono buoni e altri piccoli paeselli. Che differenza c’è tra italiani e tedeschi, si mangia dappertutto mentre in Germania… Qui a Bassano ci consigliano di andare a Vicenza dove dicono che danno pacchi vestiari ma io non voglio, ho paura che vado in mano ai fascisti e di conseguenza in mano ai tedeschi. Voglio andare dove dicono le mie cervello non quello che mi dicono gli altri. Tommasino insiste, anzi mi prega di andare a Vicenza, ma io gli spiego le mie opinioni. Il primo camion che passa per detta città, dopo un quarto d’ora anch’io lascio Bassano però io sono diretto a Mestre. Arrivato a Mestre io e altri 5 dei quali 3 albanesi. È notte, aspettiamo l’alba in mezzo alla strada e appena parte il primo autobus per Venezia, con i miei compagni di viaggio vado alla città delle gondole. C’è allarme dalla mattina alla sera ma la gente non se ne cura, tutte le vie sono gremite di gente. Soldati tedeschi si vedono in ogni parte della città, ma ormai si accorgono che la loro permanenza in Italia è breve. Ho letto sul giornale che le forze alleate hanno rotto le linee nemiche a Bologna e puntano precisamente su Rovigo.
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Stamattina sono andato a vedere il ponte di Rialto sul Canale Grande, poi Piazza San Marco, la cattedrale, e il Ponte dei Sospiri, è veramente incantevole.
Permalink | Commenti disabilitati su 27 aprile 1945
Stamattina mentre cammino per la città ho incontrato una signora, si accorge che non sono di Venezia a mi domanda dove vado, gli risponde che cerco qualche casa, qualche posto dove posso riparare fino a che non passa il fronte. Lei mi dice che può ospitarmi a casa sua e mi dice: Torna a Mestre e domanda dei 4 cantoni e aspettami là che poi arriverò e ti porterò a casa mia dove potrai restare fino a che passa il fronte. Così faccio, prendo la corriera vado a Mestre, trovo i 4 cantoni (sono 4 strade) e qui aspetto detta signora, ma dopo aspettato fino alla sera, non viene. Alla sera vado a Carpenedo vicino a Mestre, qui c’è un locale dove ci sono una ventina di persone tutti provenienti dalla Germania, aspettiamo che passa il fronte, per poi proseguire per il sud.
Permalink | Commenti disabilitati su 28 aprile 1945
Oggi ho letto sul giornale che tutti quelli ritornando dalla Germania possono andare al Distretto militare di Venezia dove gli vengono pagati gli assegni per tutto il periodo che sono stati in Germania. Io e uno di Roma andiamo a Venezia che è vicina. Appena arrivati a Venezia andiamo al distretto. Qui gli dico che i tedeschi mi presero all’isola di Creta e che ero sergente mi domandano quando fui fatto caporale, quando caporal maggiore, e quando Sergente, gli dico tutte le date con precisione, si prendono il mio nome e quello del mio amico. Il mio nome l’ho dato falso da quando sono arrivato a Innsbruck per paura che mi avrebbe rintracciato attraverso i telefoni il mio capo fabbrica da Monaco. Appena arrivai ad Innsbruck, strappai ogni cosa che portava il mio nome, ed il mio nuovo nome è Ullucci Carmine, nome di mia moglie. E con questo nome arrivai fino a Roma. La sera ci chiamano allo sportello del distretto e mi danno 24,450 lire e 15,000 e dispari al mio amico. Usciti fuori andiamo a Piazza Roma per prendere la corriera per tornare a Carpenedo, ma l’ultima è già partita. Ritorniamo in città per trovare qualche posto per passare la notte. Troviamo la caserma della Croce Rossa Italiana.
Qui domandiamo se possono farci dormire per una notte, ci viene risposto che non ci sono letti, ma dopo un po’ di insistenza ci fanno entrare. Mi accorgo che dentro, di soldati ce ne sono ben pochi, il resto sono imboscati napoletani che il giorno mangiano, bevono, e giocano a carte. Saliamo al primo piano e troviamo una camerata piena di letti, ma la notte non ci viene a dormire nessuno. Visto questo restiamo qua ogni notte e nessuno ci dice niente.
Permalink | Commenti disabilitati su 29 aprile 1945
Stamattina siamo andati dal Cardinale a Piazza San Marco, ci ha parlato di Venezia, ci ha domandato se andiamo a messa, poi ci ha dato 100 lire a me e 100 al mio amico, poi siamo andati nella chiesa di San Marco- e che meraviglia.
Camminiamo per Venezia, ci sono monumenti da ogni parte. Qui camminano tutti a piedi, e quando vuoi passare all’altra parte del Canale Grande i gondolieri sono sempre pronti per attraversare, si paga 1 lira a persona. Automobili non ce ne sono. A mezzogiorno si va a mangiare alla mensa di guerra, si paga 25 lire. Il giorno si va sempre in giro e la sera si va a dormire alla caserma della croce rossa italiana.
Permalink | Commenti disabilitati su 30 aprile 1945
Stamattina mentre stiamo vestendoci sentiamo sparare, portano qualche ferito. Scendiamo in fretta usciamo sulla strada e vediamo gente che fugge da tutte le parti, ci sono uomini e donne con armi di ogni specie e bombe a mano. Di fronte alla caserma c’è una piccola brachetta con quattro/cinque tedeschi e tutt’intorno è chiuso con reticolati. Quest’ultimi hanno alzato le mani e consegnato le armi. Noi prendiamo i picconi e scardiniamo i reticolati. Dico a loro in tedesco che se hanno ancora armi nascoste che le consegnano perché è meglio per loro, mi rispondono che non hanno niente più. Subito li mettono in fila insieme ad altri soldati tedeschi che hanno preso i partigiani poco lontano. Dico a questi partigiani di farmeli comandare un po’ a me, mi rispondono che i borghesi devono entrare nelle case, così li accompagno con gli occhi fino a che si allontanano, inquadrati e disarmati dai partigiani, poi entro nella caserma.
Permalink | Commenti disabilitati su 1 maggio 1945
Stamattina ci siamo alzati e siamo andati a Piazza Roma. La troviamo piena di soldati alleati, dei tedeschi non se ne sente neanche la puzza. I soldati alleati entrano nella città senza armi, è tutto quieto, entrano nei negozi e fanno compere di molti oggetti. Ci sono dei soldati neozelandesi che sembrano giganti anche noi giriamo per la città e vediamo sempre nuovi monumenti.
Permalink | Commenti disabilitati su 2 maggio 1945