Oggi tornando dalla fabbrica siamo rimasti meravigliati. Nel ricovero dove teniamo tutte le valigie, ne abbiamo trovate 4 mancanti. Una l’hanno rubata ad un olandese, una ad un francese, e altre due a un’altro francese, un cappotto a un altro francese ancora, e un paio di scarpini a me. La mia valigia l’hanno aperta, c’erano dentro due vestiti, due camice, una mutande, tre asciugatoi, e un paio di scarpe nuove che mi ero comprate a caro prezzo e che mi ero messo tre quattro volte, meno male che gli hanno fatto gola solo le scarpe, il resto non hanno toccato niente. Sembrami che se la pigliano sempre con me. Una volta il furto all’hotel Kreutzbrau, il mese dopo (25 aprile) l’incendio mi distrusse ogni cosa che avevo, il 7 gennaio ancora l’altro incendio, ed oggi il furto delle scarpe. A me ci sono accontentati solo con le scarpe, ma i due francesi e l’olandese li hanno rimasti nudi. Speriamo che siano solo i furti e gl’incendi e non altro, che ne sono contentissimo, spero che presto finirà ogni cosa, che ognuno di noi potrà ritornare ad abbracciare i propri tanto cari.
Permalink | Commenti disabilitati su 3 febbraio 1945
Ci siamo messi d’accordo tutti e 5 i derubati, e domani andremo alla polizia per denunciare i delinquenti, questi tali truffatori abitano insieme a noi stessi, però credo che sia tutto tempo perduto. Non è questa la prima volta che rubano in questa pensione, a distanza di un anno hanno rubato ben quattro volte, sono stati pure denunciati, ma nessun risultato qua, la polizia è capace solo di mettere dentro e dimenticarli in prigione solo quei stranieri che si assentono dal lavoro per due tre giorni, lavoro che per noi non ha nessun rendimento, rende solo le spese, e che modo di spese, neanche i maiali. Cosa ho avuto di profitto dei 16 mesi di lavoro obbligato in questa maledetta Germania? Speriamo che pochi giorni ancora e poi basta, ora che si vocifera che anche Berlino è stata occupata credo che non potrà andare a lungo. Cosa ho guadagnato fino ad oggi? Quanti soldi ho mandato alla mia moglie, ai miei figli? Nulla! E allo stato mio ce ne sono centinaia di migliaia di milioni! Di che cosa devono vivere i nostri figlioli? Chi lavora per loro? Questi sono i frutti della maledetta guerra!
Stasera io e Agostino siamo andati ad un’altro lager dove sta Goffredo Maina, Pasquale Marrese, e Giovanni Augone. Seppi sabato scorso che Giovanni Augone deve essere rimpatriato perché riconosciuto ammalato, allora subito siamo andati a salutarlo a con la speranza che lui possa giungere tramite la croce rossa a casa presto. Lo abbiamo pregato di portare i nostri saluti alle nostre famiglie e di assicurarle che stiamo bene. Io gli ho dato un piccolo biglietto, pregandolo di nasconderselo, perché non si può portare nessuna carta con sé, e di custodirlo gelosamente, ed al suo arrivo di consegnarlo a mia moglie, pregandolo e ringraziandolo molto. Lui partirà per l’Italia, se tutto va bene, fra una decina di giorni, e spero che fra un mese potrà arrivare a casa. Così anche la mia cara moglie, se pure non potrà ancora avere la gioia di vedermi arrivare, avrà il grande piacere di leggere il mio biglietto scritto non da una remota data, ma da una data recente e così potrà assicurarsi del mio ottimo stato di salute e pregare Iddio del mio presto ritorno!
Permalink | Commenti disabilitati su Domenica 4 febbraio 1945
Stamattina, tutti i derubati siamo andati in fabbrica. Abbiamo chiesto al capo di andare alla polizia per denunciare il furto. Da prima ha fatto un po’ obiezione, poi ci ha mandato. Siamo andati alla detta polizia, gli abbiamo detto del furto, ci hanno detto di andare a casa e che dopo sarebbero venuti loro sul posto. Alle 10:30 non erano ancora venuti, allora io e un olandese siamo andati ad un ufficio a vedere se ci avevano fatto i buoni per la roba che ci si bruciò all’ultimo bombardamento (7 gennaio). Mentre stavamo a quest’ufficio è suonato l’allarme. Tutti scappano come pazzi, noi non sappiamo dove andare, siamo molto lontani da casa ed è quasi mezzogiorno, la strada è piena di neve e di fango, ci mettiamo a camminare in cerca di qualche rifugio, ma a destra e sinistra non c’è una casa all’impiedi, è tutto rotto. Camminiamo sempre tanto, non spara neanche la contraerea, si vede che devono essere lontani gli apparecchi. Dopo poco più di mezz’ora arriviamo stanchi a casa. Poco dopo incomincia a sparare la contraerea, noi non siamo andati neanche al ricovero, e molta altra gente se ne sta a guardare gli apparecchi che comodamente volano a distanza dalla città. Meno male che non si sono fermati a Monaco, ma però sono stati nelle immediate vicinanze perche l’allarme è durato tre ore di continuo. Sono le 4:00 e la polizia, la bella polizia, non è ancora venuta, noi tutti i derubati, stiamo ad aspettare per indicargli il posto delle valigie rubate e come sono state rubate.
Permalink | Commenti disabilitati su 5 febbraio 1945
Oggi è venuta la polizia, si è preso tutti gli appunti ma le mie scarpe non tornano di certo più.
Permalink | Commenti disabilitati su 6 febbraio 1945
Parecchi italiani se ne stanno andando in Italia rimpatriati ammalati. Sembrami che abbiano allargata un po’ la mano a questi rimpatriati. Prima per rimpatriare uno, era come avere una grazia, era difficilissimo insomma, ora invece tutti i giorni si vedono uomini che rimpatriano per l’Italia, voglio provare anch’io questa volta. Stamattina sono andato dal dottore dicendogli che mi fa male la gamba, non mi ha voluto dare riposo, ma io la settimana entrante ritornerò di nuovo perché la gamba mi dolora! Voglio vedere se riesco a ricavarci qualche cosa. É dal 31 gennaio che non ha fatto più neve, tutta la neve che era ammucchiata nelle strade si è tutto sciolta, sembra che sia venuta la primavera. Mentre invece l’anno scorso l’inverno incomincio proprio nei primi di febbraio e durò il freddo intenso per tutto il mese di marzo. Spero che quest’anno, che il freddo è stato molto intenso dal mese di novembre fino a tutto il mese di gennaio, finirà presto. Sono già due settimane che non fa freddo per niente.
Permalink | Commenti disabilitati su 8 febbraio 1945
Stamattina è venuto Manfrino Verrengia. Ha detto che anche lui sta vedendo di potersene andare in Italia, e forse ci riuscirà. Domani andrò dal dottore una seconda volta, voglio vedere di andare anch’io in Italia. Sono proprio nell’impossibilità di resistere ancora questa lontananza dalla mia moglie, dai miei figli! Spero che mi riuscirà! Oggi io e Manfrino ci abbiamo fatta una passeggiata per la città. Abbiamo veduto cose terrificanti. Un cimitero, che per una lunghezza di circa un chilometro, costeggia una strada, abbiamo visto cose che non possono credersi: Tombe, croci, fosse, grandi alberi, tutto spezzato, tutto frantumato, tutto sottosopra, cose che fa paura a guardare. Questo è stato fatto l’ultimo bombardamento del 7 gennaio. Poi siamo andati a trovare un certo Silvio Grassini di Roccamonfina. Già molte altre volte ero stato da quest’ultimo e sapevo molto bene la strada come so la mia casa. Ma arrivati nella strada, mi sono fermato, non sapendo se era quella o no, col l’ultimo bombardamento gli hanno cambiato tanto i connotati da confondermi a non riconoscerla, ma poi sono riuscito ugualmente a scovarla in mezzo alle macerie.
Permalink | Commenti disabilitati su 11 febbraio 1945
Ho lavorato fino a mezzogiorno e poi ho detto che dovevo andare dal dottore. Mi sono fatto dare una dichiarazione che sono ammalato e con questa sto facendo i primi passi per vedere di essere anch’io rimpatriato come tanti altri. Giovanni Augone è già partito, dal quale ho mandato un biglietto per mia moglie, spero che raggiungerà presto la sua casa così porterà anche mia moglie le mie notizie, ed in quest’altra settimana partirà anche Domenico Minchella e Manfrino Verrengia. Spero che anch’io riuscirò ad essere rimpatriato, altrimenti questa volta andrò a finire male. Non voglio più lavorare, non posso più. Sono 17 mesi suonati e non ho avuto mai una notizia da mia moglie, dei miei figli. Ma questo è troppo crudele, troppo straziante!
Permalink | Commenti disabilitati su 12 febbraio 1945
Questa sera appena cercavamo di addormentarci è suonato l’allarme. Ci siamo vestiti alla svelta e siamo andati al ricovero. Dopo circa un ora è finito senza che si è sentito nessun colpo. All 1:30 mentre stavamo in pieno sonno, hanno di nuovo squillato le sirene, Siamo scappati di nuovo al ricovero. Dopo tre, quattro minuti dall’allarme eravamo già pronti, vestiti e usciti nella strada, ma con tutta la nostra sveltezza, gli apparecchi già erano sulla città. Di corsa siamo andati al ricovero perché gli ultimi bombardamenti ci hanno molto impauriti, ma questi apparecchi sono stati solo di passaggio su Monaco, però avranno bombardato non molto lontano perché l’allarme è durato circa un’ora e mezzo.
Permalink | Commenti disabilitati su 15 febbraio 1945
Oggi sono andato dal dottore per un altra visita per farmi rimpatriare. Mi ha fatto un altro certificato con il quale cercherò di essere visitato per il rimpatrio. Sono andato dal capo fabbrica per farmi fare il nulla osta, ma questi, malgrado che gli ho fatto capire la mia situazione e quella di mia moglie e miei figli, non mi hanno voluto lasciare il documento richiestogli. Sono andato alla delegazione italiana e neanche loro mi hanno voluto dare un documento per andare all’ultima visita. Ma con tutto questo io non mi fermerò, voglio andare, questa volta, fino in fondo, e proverò con altri mezzi.
Permalink | Commenti disabilitati su 16 febbraio 1945
Ho saputo tramite d’altri che anche Verrengia Manfrino è partito per l’Italia. Non si è fatto neanche vedere, ma ciò non mi è strano, lo conoscevo anche a Casale. Oggi c’è stato un’altro allarme.
Permalink | Commenti disabilitati su San Biascio 22 febbraio 1945