Viene il capo campo e dice che se non me ne vado, mi fa prendere dalla polizia. Agostino parla o fa parlare col nostro capofabbrica Rockinger, del mio caso. Questo risponde che non gl’importa niente. Così esco dal Lager e torno a Monaco. Prendo il tram e vado al Consolato Italiano. Nessuno mi accompagna, poco mi reggo. Questi mi danno un biglietto e mi mandano alla Delegazione Italiana. A forza di domandare e sali scendi dal tram, riesco a rintracciare pure la Delegazione Italiana. Qui mi danno certe carte e mi danno istruzioni per prendere il tram per l’ospedale. Nel pomeriggio finalmente sono all’ospedale. Ho le mani nere, non mi lavo da quattro giorni, e non mangio. Appena arrivato mi mettono in un lenzuolo bagnato. Prima di questo mi sentivo bruciare tutto il corpo, avrei desiderato morire. Appena fattomi questa specie di bagno mi hanno iniettata una siringa. Fatta la siringa, mi ho sentito scorrere il sangue nelle vene, mi sono sentito rinascere.
Mi hanno lavato e sono coricato in un letto ben pulito, siamo sei in una stanza. Verso le 9:00 viene l’infermiere e ci da, a tutti e sei, un termometro e esce, dopo una decina di minuti li viene a ritirare e scrive la temperatura su una cartella. Mi sento già bene. Da quando mi hanno fatto l’iniezione sono rinato, prima desideravo di essere morto.