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25 dicembre 1944 Natale

Questa è il secondo Natale che passo lontano dalla mia cara famiglia. Ieri sera, le suore dove io abito, questo è un locale gestito dalle suore, ci hanno fatto dei dolci. A mezzanotte siamo andati a messa insieme a dette suore in una cappella privata dove un parroco ha recitato la santa messa. A mezzogiorno per pranzo abbiamo avuto sempre le stesse patate e zuppa. Nel pomeriggio sono andato al lager dove stavano Agostino e Ciccillo, sono stato invitato a suonare la chitarra. I francesi hanno fatto il teatro, un bel teatro, partecipandovi francesi, un greco, un spagnolo ed anche una signorina russa, la quale ballava e cantava molto bene, c’era un francese che suonava molto bene il pianoforte, un altro il violino, un jazz band, ed io e uno di Sparanise con le chitarre. È stato uno spettacolo molto bello, c’era un pubblico di oltre 400 persone di tutte le nazionalità. Si sono molto divertiti. Anch’io volevo divertirmi un po’, ma non m’è riuscito il mio pensiero è sempre a casa, specialmente di queste giornate così ricordevoli! Penso ai 5 Natali trascorsi insieme alla mia cara moglie. Che giornate felici! E adesso sono due natale che facciamo separati, lontani, e per giunta senza avere nessuna notizia. Sono 15 mesi che vivo lontano, che non vedo miei cari figlioli col la loro cara mamma. Spero almeno che stiano bene in salute e che non gli abbia a mancare niente. Spero Iddio faccia presto finire questo sfacelo e che mi salverà da ogni pericolo che ogn’ora incombe su noi. Non passa un giorno se non c’è due/tre volte l’allarme, anche ieri sera, vigilia di natale, e oggi Natale, a mezzogiorno, mentre stavamo a mangiare abbiamo dovuto correre ai ricoveri, è un moto continuo.

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