Verso mezzogiorno, mi sono trovato a circa 10 kilometri da Monaco a lavorare con il camion. Squillano le sirene, siamo io e l’autista. Siamo in aperto campagna, non c’è un buco. Dove fuggire? Ci mettiamo dietro al camion. Dopo circa un quarto d’ora incominciano a sparare due contraeree che erano circa 500 metri da noi, un aeroporto neanche a 100 metri, arrivano gli apparecchi, incomincia un uragano di fuoco! Noi siamo a pancia a terra, i proiettili ci fischiano sul capo, schegge che ci cadono vicino, è una paura terribile, dico francamente che dei bombardamenti questa volta ho avuto veramente paura. Finalmente dopo qualche ora e mezzo è cessato il fuoco. Saliamo sul camion, ma non abbiamo fatto neanche 50 metri che ricominciano di nuovo le batterie e di nuovo rombano i motori degli apparecchi e via peggio di come prima. Io ho preso un po’ di coraggio, mi giro a faccia all’aria e vedo gli apparecchi a stormi, sono nuovissimi, il sole li fa bruciare, si abbassano, sembra che vogliono colpire noi, ma poi si allontanano, hanno ben altri obiettivi quelli! E così dopo circa un’altra ora e mezza è finita. Saliamo sul camion e via di corsa verso Monaco. Man mano che ci avviciniamo alla città, si vede fuoco da ogni parte. Corriamo a casa dell’autista, ci vuole molto tempo, già molte strade sono sbarrate dalla polizia, le case sono crollate a migliaia, incendi dappertutto, arriviamo a casa dell’autista ed è intatta. Torniamo in fabbrica e non c’è più nessuno. Hanno colpito la centrale elettrica e le macchine non funzionano e il direttore li ha mandati tutti a casa.