Alle 11:30 è suonato l’allarme, alle 11:40 ci ha mandato a lavorare senza che ancora avesse suonato il cessato allarme. Come ho detto, <sta impazzendo per pensare sempre a quanto più ci può far lavorare>, ma dovrà finire una buona volta e spero anche subito, adesso che hanno sbarcato pure in Grecia e che ne hanno occupato la capitale. E quando si sbrigano? Ah quanto deve essere crudele il mondo! Non potevo mai immaginare che avrei dovuto tanto soffrire. Non è per me che io soffro perché se fossi solo al mondo, per la mia vita, non sarebbe niente quasi, stare in questa grande e bella Germania! Rimpiangerei solo la libertà perduta, e le belle giornate del nostro clima. Ma quando penso che ho una moglie con i miei cari due bambini, che i primi ed i migliori frutti erano i loro, e tutto il fabbisogno non gli feci mai mancare, ed ora chissà se hanno ogni cosa, chissà se mangiano quei bei frutti e se hanno il nutrimento necessario. Quando penso a questo non posso fare a meno di piangere. Come sarei felice di poterli abbracciare. Mi sembra che ora vedo correre la piccola mia Marinella, che si è fatta grande insieme al suo caro fratellino e tutte e due aspettano il caro papà che ritorna dalla maledetta Germania, ed insieme alla cara mamma pregano la sera che Iddio faccia ritornare presto il loro caro genitore e marito. Mentre scrivo non riesco a trattenere una lacrima, ma spero e prego anch’io che presto ritornerò e troverò sani e salvi la mia cara moglie con i nostri cari bimbi, per potergli presto far dimenticare le sofferenze che, senza dubbio durante la mia assenza, hanno dovuto subire.