Oggi sono andato alla Casa del Fascio giusto come mi disse la signora Porri. Fa un freddo che si gelano le ossa, sono una ventina di giorni che nevica sempre. A detta casa del fascio mi mettono in nota per una giacca, una camicia e una mutande, ma mentre mi stavano consegnando detta roba, il Dottor Damato, capo della casa del fascio mi dice: Sei scritto al partito? Naturalmente io gli rispondo di no. E perché non ti scrivi? Mi dice lui. Gli rispondo che non è tempo di pensare ai fascisti e che ho altre cose da pensare altro che fascisti! Sono cinque mesi , gli dico, che non ho notizie di mia moglie e due figli, con sorelle, fratelli, e genitori, e non voglio assolutamente saperne di fascisti. Detto questo mi viene rifiutato ogni cosa, ed io me ne vado. Come ho detto, il giorno 18 sono uscito dall’ospedale e sono andato a dormire al solito posto non posso andare altrove, ai lager (campi) si sta troppo male anche come mangiare, si sta molto scomodo per dormire. L’altra sera sono andato a mangiare ad un grande albergo che già ci vado da 5 giorni, a quest’albergo si mangia meglio, chiedo alla cameriera se c’è una camera per me, mi viene risposto di sì e la sera stessa resto a dormire all’hotel. Mentre sto in portineria, viene un signore, Paolo Schumann e mi parla in italiano, lui è un tedesco che si è sposato a Firenze con una signorina italiana. Lui stesso riempie il modulo per portarlo alla polizia, e mi dice che posso dormire in quest’albergo purché possa sopportare le spese. In questo mese di febbraio dobbiamo andare spesso ai rifugi, poco lontano da dove dormo io c’è un rifugio molto forte, è costruito con cemento armato e ogni volta che suona l’allarme scappo là insieme col signor Schumann.