Oggi, sabato, è vigilia di S. Giuseppe. Abbiamo staccato di lavorare come il solito a mezzogiorno, io, Agostino, e Ciccillo compriamo della carne con le nostre marche risparmiate, dopo comprato la carne andiamo a mangiare all’hotel dove dormo io. Mentre stiamo mangiando suona l’allarme, paghiamo in fretta e scappiamo al solito bunker che è molto forte. Mentre stiamo dentro detto ricovero Ciccillo dice: Basta che questa carne che abbiamo comprata non resta sepolta a Monaco. Hanno molta paura perché loro non sono abituati a questi attacchi aerei perche abitano a 12 kilometri da Monaco, ma io l’incoraggio facendogli capire che il ricovero dove siamo è molto forte. Incomincia il fuoco dopo 10 minuti che siamo dentro. Sentiamo una forte scossa d’aria, la gente dà un grido che ci fa rabbrividire. Dopo qualche ora l’allarme è finito usciamo fuori una grossa bomba è caduta proprio sotto il muro del ricovero dove noi eravamo ma il ricovero non lo ha neanche lesionato, invece altre case intorno a una decina di metri dal ricovero le ha fracassate tutte. Anche questa volta il buon Dio ci ha salvati. Giriamo un po’ per la città ma ci ritiriamo subito perché sono macerie da tutte le strade anche la macelleria dove abbiamo comprato la carne è stata rasa al suolo e tutta la carne è sotterrata. Ci salutiamo e restiamo d’accordo per il giorno dopo di cucinare maccheroni e carne a Fasanerie Nord, io vado alla Casa del Fascio per l’affare del furto. Racconto il fatto ad un impiegato di detta casa un certo Porri marito della Signora Porri che viene a visitarmi due volte all’ospedale. Mi dice di aspettare il signor Donato Ruggero, capo del fascio, per fare subito la denuncia. Viene detto signore e gli racconto il fatto. Mi dice- sei scritto al partito? Io gli rispondo: ma qui non c’entra il partito, sono un’italiano. Qua è solo per i fascisti dice lui. Allora me ne vado e non ci andrò più, e così ho pensato di farla finita, ho perduta la roba e non ci voglio perdere anche il tempo.