Stamattina mi sono presentato alla stazione dove c’erano moltissimi italiani da rimpatriare e mi sono messo in mezzo a loro ed il primo treno che è arrivato siamo saliti. Finalmente sono arrivato al Brennero. Sento per la prima volta, dopo 20 mesi parlare gente italiana. Consegnati i marchi 320 in tutto, mi chiedono i documenti e da dove vengo, la mia risposta è precisa senza esitazione. Vengo da Vienna e non da Monaco dove effettivamente sono scappato. Vienna era stata già occupata fin dai primi di Aprile e quindi non potevano controllare, il mio nome lo detti falso, in modo che il mio capo fabbrica anche telefonando al Brennero non avrebbe potuto rintracciarmi. Appena finito l’interrogatorio uscii e cercai il treno pronto per Bolzano, e chi voleva mangiare c’era anche la minestra pronta. Io lasciai il mangiare ed andai subito a prendere il treno e così la sera stessa arrivai a Bolzano. Là in una casa di ristoro per i rimpatriati dalla Germania che i buoni connazionali di detta città avevano appositamente allestita, trovai Tommasino Nicoletta, figlio di Antonella Rua e dopo aver mangiato e dormito insieme a detto ritrovo, partiamo insieme con un camion tedesco alla volta di Trento, dove giungeremmo la sera. Il giorno dopo un proprietario di un camion venne di spontanea volontà a prenderci col suo mezzo e ci portò a Bassano del Grappa dove ci fecero festose accoglienze anche a Trento furono buoni e altri piccoli paeselli. Che differenza c’è tra italiani e tedeschi, si mangia dappertutto mentre in Germania… Qui a Bassano ci consigliano di andare a Vicenza dove dicono che danno pacchi vestiari ma io non voglio, ho paura che vado in mano ai fascisti e di conseguenza in mano ai tedeschi. Voglio andare dove dicono le mie cervello non quello che mi dicono gli altri. Tommasino insiste, anzi mi prega di andare a Vicenza, ma io gli spiego le mie opinioni. Il primo camion che passa per detta città, dopo un quarto d’ora anch’io lascio Bassano però io sono diretto a Mestre. Arrivato a Mestre io e altri 5 dei quali 3 albanesi. È notte, aspettiamo l’alba in mezzo alla strada e appena parte il primo autobus per Venezia, con i miei compagni di viaggio vado alla città delle gondole. C’è allarme dalla mattina alla sera ma la gente non se ne cura, tutte le vie sono gremite di gente. Soldati tedeschi si vedono in ogni parte della città, ma ormai si accorgono che la loro permanenza in Italia è breve. Ho letto sul giornale che le forze alleate hanno rotto le linee nemiche a Bologna e puntano precisamente su Rovigo.