Mi sono alzato ed invece di andare a lavorare come voleva il disgraziato del mio capo, mi sono messo in giro per la città. Già ho tutto pronto per partire, ho preparato un po’ di pane, qualche poca di vecchia biancheria che ho. Mentre sto camminando vicino alla piccola stazione di Ost Bahnhoff, m’incontro con 6 italiani, gli domando da dove vengono, mi dicono che da Berlino, chi da Stoccarda, e chi da altre città che stanno per essere occupate o sono già occupate. Gli domando a che ore parte il treno per Innsbruck, mi viene risposto alle 5:00.
Sono quasi le 3:00, vado subito a casa, prendo la valigia e vado subito alla stazione e senza fare neanche il biglietto mi metto sul treno. Prima di partire per la stazione ho fatto un’ultimo invito ai miei compagni se vogliano scappare, ma nessuno. Mi consigliano ancora di rimanere a Monaco. Allora disfaccio il letto ed avverto che nessuno parlasse. Questo diario l’ho raccomandato a Ciccillo D’Angelo di portarmelo lui se mi capitassero con questo sarebbe finita per sempre. Alle 5:00 è partito il treno. Man mano si allontana il treno dalla città, il cuore mio si fa piccolo, non so io stesso se ho fatto bene o male, ma ormai ho fatto il grande passo e ho buona speranza che tutto andrà bene. Verso 1:00 di notte, sono arrivato a Innsbruck, là in una casa mezza distrutta abbiamo atteso che si è fatto giorno.